Cosa la Chiesa Cattolica insegna nelle scuole…

Come qualcuno sa, faccio ripetizioni da febbraio a un ragazzino di seconda media, 12 anni.

In questi giorni gli hanno dato i compiti delle vacanze e mi sono messa a controllarli per organizzargli le ferie… c’erano pure i compiti di Religione, così sono andata a vedere le pagine che doveva studiare… oh mamma!!!

Il capitolo da studiare si intitola: “ATEISMO, MAGIA E SUPERSTIZIONE: le risposte negative (che negano l’esistenza e l’importanza di Dio) o distorte agli interrogativi fondamentali della persona, da un punto di vista religioso”.

Il libro è “BEATI VOI: corso di religione cattolica, volume unico” di G. Margaria, ed. Marinetti scuola, 2008.

Ecco cosa la Chiesa Cattolica (il libro, in seconda pagina, ha la firma di approvazione del Cardinal Ruini) insegna nelle scuole LAICHE dello Stato Laico d’Italia (il grassetto SCHIFATO e il corsivo sono miei):

“Molte persone al mondo non hanno fede in Dio. Alcuni non si pongono neppure le domande sui “perché” primi e ultimi (“da dove veniamo? Dove andiamo?” a pagina 21 dello stesso libro). (…) Forse conoscete persone che non vogliono credere in nessun Dio, che non desiderano praticare alcuna religione. (…) L’uomo ha attraversato epoche in cui ogni aspetto della vita individuale e sociale era profondamente influenzato dalla religione (pensiamo al medioevo) per giungere, oggi, a una realtà molto diversa (…). Con le rapide evoluzione della scienza di afferma l’idea dell’inutilità di Dio; sembrano sufficienti la ragione, la scienza, lo sviluppo tecnologico (…). Per alcuni la religione non solo è inutile, ma addirittura dannosa per l’umanità, in quanto Dio si sostituirebbe all’uomo. Altre persone arrivano alla negazione di Dio perché nel mondo esiste il male (…). Essi sostengono che, se esiste il male, non può esistere un Dio onnipotente, a meno che si voglia credere in un Dio crudele. Queste persone arrivano a pensare che non ci sia un vero senso da dare alla vita, che basti vivere alla giornata, senza porsi problemi a lungo termine che non hanno soluzione. Serpeggia, in queste posizioni, un senso di impotenza, quasi di disperazione. (…)

La categoria di persone che non si pongono seri interrogativi è purtroppo in espansione. Per queste persone è sufficiente vivere alla  giornata; per loro lo scopo della vita diventa il piacere ricavato dalle cose che si consumano più in fretta possibile: è importante cambiare modello di auto, di vestito, di computer, di cellulare ecc. per queste persone il consumo di cose materiali riempie la vita, allontana la noia. “Si vive una sola volta. Cerchiamo di divertirci il più possibile. Sono queste (i consumi le vere soddisfazioni della vita, bisogna coglierle quando si presentano a portata di mano”. Si rifugge alle grandi verità per ancorarsi a piccole cose, a piccoli piaceri quotidiani. Ne deriva la banalizzazione radicale della vita, ne derivano anche la sempre più radicale solitudine, l’incapacità della comunicazione profonda, la quasi totale indifferenza verso tutti e verso ogni cosa che accade. La guerra, la fame nel mondo, addirittura la malattia di una persona cara causano, al massimo, emozioni passeggere che svaniscono all’insorgere di nuovi desideri. La vita deve andare avanti, non ci si può attardare, non si deve soffrire. E “l’idea di Dio”? E’ un pensiero pericoloso, che potrebbe spingere a revisioni di vita… troppo faticose.

(…)

Memo: Ateismo: alcune persone non si pongono interrogativi sul senso della vita e negano l’esistenza di Dio, considerando la religione inutile e dannosa.”

Ci rendiamo conto?

Quindi io, atea, non solo non mi pongo alcuna domanda sulla vita, ma non ho scopi se non cambiare auto e cellulare, vivo solo per il piacere, e anche se muore una persona che amo non me ne frega nulla, perché sono ontologicamente incapace di provare sentimenti profondi.

MA CI RENDIAMO CONTO?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!

MA CI RENDIAMO CONTO?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!